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LABORATORI A CONFRONTO: RISVOLTI E RISCONTRI DEGLI INCONTRI CON I BAMBINI...

Un viaggio cominciato quasi come fosse un’avventura dai risvolti imprevisti e imprevedibili, con la sua buona dose di rischio e pericolo per il fallimento possibile (ma non probabile) dell’impresa: gettare nei bambini un piccolo, minuscolo seme di interesse verso quello che ormai da tempo amiamo chiamare con una bella perifrasi “il meraviglioso mondo di carta”… in altre parole, verso i libri e la lettura.
Muniti di uno dei nostri volumi, il primo edito con intento espressamente didattico, Gli strani casi del Dottor Razio di Rosa Vindigni, e dei nostri sensi (tutti! dall’olfatto al gusto, dalla vista al tatto, fino all’udito) abbiamo iniziato a tracciare un percorso che, iniziato a marzo, è poi in realtà proseguito fino a fine maggio, alternandosi in cinque classi diverse, le quarte A e B della maestra Giusy Loggia, C e D della maestra Mariolina Segreto e, infine, la IV E dei maestri Fabio Prelati e Belinda Dente. Tutte del III C.D. di Vittoria, Portella della Ginestra.
Lo schema proposto è stato lo stesso per tutte le classi, ma l’applicazione pratica si è poi di volta in volta adeguata e adattata alle esigenze dei bambini, alla loro percezione delle attività, ai loro tempi di gioco e di confronto e alla loro inesauribile voglia di raccontare, raccontarsi e farsi conoscere. 
Così, se il ritmo della attività è stato serrato e ben calcolato per le classi A e B, dove solo piccoli dettagli sono stati tralasciati o modificati; più lento e più distante dalle attività pensate e proposte inizialmente, è stato per le altre tre quarte. Tutte e cinque le classi, però, hanno avuto in comune la caratteristica più importante: l’entusiasmo per quello che si condivideva, per quello che si dava e si riceveva. 


Il primo incontro, votato a far conoscere l’attività e il lavoro svolto da una casa editrice e il suo principale prodotto, il libro, ha acceso mille curiosità in tutti i bambini incontrati, i quali si sono trasformati, come solo loro possono e sanno fare, in formidabili spugne, abili ad assorbire tutti i dettagli, anche i più tecnici, riguardanti la veste estetica di un libro: ecco perché ci siamo voluti munire dei cinque sensi… attraverso un viaggio tra il reale e il fantasioso i bambini hanno odorato le pagine dei volumi e avvertito la differenza tra i diversi tipi di carta in uso comunemente tra i libri; hanno osservato e toccato con mano la consistenza della carta, la sua brillantezza o opacità, il suo colore e il colore di ciò che racchiudono; hanno imparato che cosa è essenziale da apprendere in un libro per capirne contenuto, intenti dell’editore e messaggio dell’autore, per comprenderne la fortuna e la sua collocazione nel tempo e nello spazio. Questo ha generato persino la creazione di neologismi indimenticabili (il colonsfizio o dietrosfizio per intendere il retrofrontespizio, ad esempio) e ha dato vita a strane associazioni tattili per cui, spesso, il termine rigido, in riferimento alla copertina, veniva associato alla sensazione tattile del ruvido, e simili. In questo modo, ogni bambino ha imparato quanto immensamente vario e variegato sia il mondo dei libri e quanto ogni scelta grafica, editoriale e tipografica non sia dettata dal caso, ma venga presa con attenzione, consapevolezza e responsabilità dagli addetti ai lavori. 
E se nelle prime quattro classi tutto questo è avvenuto all’interno della prassi progettuale, così come era stata proposta, nella IV E questo percorso si è trasformato in una bellissima (per l’editrice, senza dubbio!) intervista sul mestiere di editore: per buona parte dell’incontro, sono state accantonate le attività legate ai cinque sensi e alla struttura propria di un libro e si è aperto un voluminoso pacco ricco di domande e risposte, spaziando dal diritto d’autore alla distribuzione, dalla promozione di un’opera a come viene stabilito il prezzo di copertina; dalle collane di una casa editrice all’esperienza propria della Baglieri Editrice nel ragusano; dalle difficoltà del settore ai suoi lati affascinanti e accattivanti; dalla fase di redazione a quella di impaginazione e così via… Galeotto fu il colophon di un libro e galeotti i maestri; complice non secondario il maggiore tempo a disposizione rispetto alle altre classi.
E a proposito del primo incontro, se c’è stata un’attività mai uguale a se stessa è stata (sarà un caso?) proprio quella legata al gusto! L’attività, che prevedeva semplicemente di tradurre in una ricetta (con tanto di ingredienti e preparazione) il proprio libro ideale, quello appunto che rispondesse ai propri gusti, si è rivelata frutto di una miriade possibile di adattamenti, ognuno dei quali rispondeva a esigenze dei maestri o dei bambini: in una delle classi l’attività si è trasformata nel racconto (dettagliatissimo!) della trama del libro preferito dai gruppi di “gioco”; in un’altra, invece, si è tradotta nella ricetta della propria vita, agevolati dalla lettura della “Ricetta di Sara”, originalissima biografia di Sara Mariniello, una delle autrici di un racconto edito dalla Baglieri. L’attività è stata particolarmente significativa perché ogni bambino ha racchiuso in pochi ingredienti e nelle loro rispettive quantità le loro aspettative di vita, ma anche il loro modo di vivere e vedere la vita: così, alcuni di loro hanno abbondato con chili e chili di cuore, colori, amore e felicità, generosità e quanto di più bello la vita riservi; altri ci hanno stupito pensando che uno degli ingredienti indispensabili nella vita sia proprio un pizzico di paura e di debolezza o addirittura tanti etti di cattiveria; altri ancora hanno mostrato concretezza e praticità supponendo che cucchiaiate di furbizia possano essere certamente utili crescendo; altri, infine, sono stati con i piedi per terra e hanno decretato che indubbiamente alcuni degli ingredienti fondamentali siano il lavoro, una famiglia, la propria passione… e persino la propria bellezza! Ovviamente il tutto da cuocere per bene in pentola o al forno per decenni interi, addirittura per un secolo abbondante! E noi ce lo auguriamo di cuore per loro…

Inutile dire che il secondo incontro, basato sulla lettura-ascolto di uno dei racconti de Gli strani casi del Dottor Razio e sulla conseguente riflessione di gruppo sul tema trattato, ha avuto per diretta conseguenza lo stravolgimento totale delle attività programmate: i tempi di racconto e di indagine di ogni classe sono stati personalissimi e hanno reso originale l’intero laboratorio.
Il primo dato riscontrato positivamente in tutte e cinque le classi è stata la grandissima attenzione dei bambini durante il momento della lettura: anche i più vivaci sono riusciti a seguire il racconto tratto dal libro di Vindigni (seppure a modo loro) e a recepirne il messaggio di fondo.
Di grande impatto e dai riscontri molto positivi e costruttivi sono stati poi i dibattiti e il racconto delle esperienze personali attraverso biglietti anonimi sul tema del bullismo (il caso Velocetto Sprint), nelle classi quarte A e B, dove si è persino riusciti ad abbozzare il cartellone con i disegni dei momenti più significativi della storia narrata. Difficoltoso, soprattutto nella sua prima fase, è stato il confronto e il dibattito in IV E che poi però ha dato bellissimi risultati dato che addirittura alcuni bambini sono stati in grado di fare autocritica e sono riusciti a chiedere scusa ad altri compagni per i loro comportamento a volte un po’ troppo prepotente.

Complesso è stato anche il confronto e l’analisi dei temi dell’emarginazione sociale (il caso Belinda) nelle classi quarte C e D, dove l’impellente bisogno di raccontarsi di ogni bambino si è tradotto in alcuni casi in momenti centrifughi in cui ci si allontanava dagli obiettivi da raggiungere e dal tema proposto. Anche in questo caso, naturalmente, ci sono stati momenti di riflessione “illuminanti” e acuti, ma non sono mancate nemmeno le sorprese e nuovi spunti di riflessione per genitori e docenti in merito alla percezione dei bambini della figura dell’emarginato. Alcuni, e forse non è un dato da sottovalutare, hanno individuato l’emarginato nel bambino continuamente escluso dai discorsi “dei grandi”, spesso sottoposto alla (per lui) demotivante affermazione: “Vai via, questi discorsi non sono adatti a te, non li puoi capire!”, oppure all’esclusione dai giochi da parte dei fratelli e delle sorelle maggiori o, ancora (e questa la dice lunga su come i bimbi troppo piccoli vivano a volte il loro rapporto con sorelline o fratellini “troppo” vicini alla loro età) alla mancanza di attenzione che mamma e papà riservavano loro quando il fratello o la sorella erano appena nati!

Sui generis è stata la conclusione dei laboratori per la quarte C e D che hanno avuto la possibilità di conoscere e incontrare in prima persona l’autrice de Gli strani casi del Dottor Razio, Rosa Vindigni, per noi tutti nonna Rosa. Tanta l’attesa e tanto l’interesse nell’ascoltarla parlare e raccontare come è nato il suo libro e come le è venuta l’ispirazione di scrivere favole. Il tempo è volato e ogni bimbo ha avuto sul diario o sul libro del dottorone saggio e sapiente dedica e autografo dell’autrice.





Dirci soddisfatti sarebbe vero fino in parte… forse qualche semino è davvero stato gettato, aiutato dalla splendida collaborazione delle maestre e dei maestri (che nelle classi hanno creato una personale bibliotechina e l’angolo di lettura con tanto di cuscinoni e luci soffuse) ma ovviamente si può e si deve fare molto più e meglio. Per questo ci proponiamo di perseverare nel seminare, sempre insieme ai veri protagonisti di questa avventura: i bambini e i ragazzi che, in molti casi, si rivelano più curiosi e attenti ai libri di quanto non lo siano gli stessi adulti. 

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